martedì 24 settembre 2013

La battaglia del M5S in Commissione e in Aula sul Decreto Valore Cultura


Mi preme denunciare l'iter piuttosto anomalo che il ddl sul valore della cultura (A.S. 1014, Conversione in legge del DL 8 agosto 2013, n. 91, recante disposizioni urgenti per la tutela, la valorizzazione e il rilancio dei beni e delle attività culturali e del turismo) ha avuto in Commissione 7a del Senato.
In queste settimane, io ed i miei colleghi del M5S impegnati in Commissione, abbiamo registrato una serie di ritardi e sospetti slittamenti di orario rispetto alle tempistiche stabilite in accordo tra i gruppi in Ufficio di presidenza per l'esame del decreto.

Dapprima alcuni esponenti della maggioranza avevano avanzato la proposta di rinviare, con motivi pretestuosi, a lunedì 16 settembre la seduta prevista in calendario giovedì 12 settembre, che poi siamo riusciti a svolgere, ma solo per alcune ore.
Arriviamo a martedì 17 settembre: la seduta avrebbe dovuto iniziare alle ore 10.30, abbiamo però registrato un primo rinvio alle ore 11.30; alle 11.30 la seduta è stata aperta e immediatamente sospesa fino alle ore 13.00.
Io e gli altri colleghi che ci siamo comunque recati nell'aula della Commissione abbiamo potuto verificare che questa era occupata da un gruppo di colleghi della maggioranza impegnati in una riunione sulle coperture del provvedimento dalla quale noi siamo stati immotivatamente esclusi.
Mi preme denunciare, inoltre, la scorretta presentazione da parte del relatore di alcuni emendamenti, a nostro avviso irricevibili, direttamente in Aula senza il passaggio in Commissione.
Un blitz vero e proprio che abbiamo scoperto e immediatamente denunciato anche agli organi di stampa.
Mi riferisco all' emendamento del relatore 1.500 con il quale si affianca al direttore generale del Grande Progetto Pompei, un vicedirettore, con una moltiplicazione di incarichi che lascia ben prefigurare una spartizione politica delle poltrone.
Così come ci siamo opposti immediatamente all'emendamento n. 2.500 presentato dal relatore con il quale si voleva destinare 1 milione di euro per la conservazione e la digitalizzazione degli archivi dei partiti politici, quando sono già scarse le risorse per i beni culturali e architettonici del nostro Paese!!!

Nonostante questo atteggiamento poco collaborativo assunto dalla maggioranza posso però affermare con orgoglio che il nostro Movimento è riuscito con tenacia ad ottenere risultati importanti con l'approvazione di alcuni nostri emendamenti.
Grazie all' emendamento 1.6 a mia prima firma, successivamente assorbito dall'emendamento del relatore, approvato dall'aula del Senato, abbiamo stabilito che la figura del direttore generale per la realizzazione del Grande progetto Pompei debba appartenere al personale di ruolo delle Amministrazioni dello Stato, con comprovata competenza ed esperienza pluriennale.
Abbiamo, inoltre, previsto il coinvolgimento delle commissioni parlamentari competenti per l'espressione del parere su questa figura, nell'ottica delle trasparenza, della meritocrazia e del contenimento dei costi.
Tra gli altri emendamenti a mia prima firma approvati, ricordo il 6.3 che consente di mettere in locazione  ai giovani artisti anche i beni inutilizzati del Ministero della Difesa, come caserme e scuole militari dismesse.
Tale utilizzo dei beni demaniali assicura allo Stato un ritorno economico e una riconversione d’uso che valorizza gli immobili stessi nel rispetto del contesto urbano e sociale delle città in cui sono inseriti.
Sempre sullo stesso tema ci siamo battuti per l'approvazione dell' emendamento del sen. Bocchino che fa sì che i beni demaniali inutilizzati e opportunamente individuati, possano essere locati o concessi agli artisti al canone mensile simbolico non superiore ad euro 150,00 con oneri di manutenzione ordinaria a carico del locatario o concessionario.
Queste nostre proposte accolte anche dalla maggioranza, consentiranno ai giovani che non dispongono di condizioni economiche favorevoli di godere, come negli altri Paesi europei, degli spazi necessari per far crescere idee ed esprimere la propria arte.
Inoltre, con l'approvazione di un ordine del giorno a mia prima firma (G/1014/6/7) abbiamo impegnato il Governo ad individuare, con apposito decreto, i criteri per la ripartizione dei 500 giovani laureati tra gli istituti e i luoghi della cultura oggetto dell'intervento di inventariazione, catalogazione e digitalizzazione del patrimonio culturale, circoscrivendo gli interventi e assicurando la portata a compimento degli stessi.
Tra gli altri emendamenti proposti dal nostro gruppo e approvati ricordo quello in tema di credito d'imposta per le produzioni musicali (emendamento n. 7.7), con il quale abbiamo previsto che la tax credit non venisse concesse a pioggia, ma, laddove si parla di gruppi di artisti, solo dopo l'accertamento che nella stessa annualità più della metà dei componenti del gruppo non ne abbiano già usufruito.
Oggi prosegue la nostra battaglia in Aula del Senato sugli ultimi emendamenti, per arrivare all'approvazione del testo che poi passerà all'esame della Camera.
Come si evince anche dai resoconti stenografici del Senato di questi giorni, ci siamo battuti per modificare al meglio il complesso delle norme previste in questo decreto, partendo dalla convinzione che investire sulla cultura, vuol dire investire sulla nostra identità e quindi dare un futuro ai nostri giovani.

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