giovedì 5 settembre 2013

Le proposte di Laura Bignami in Commissione Istruzione del Senato sul "decreto cultura"

Legislatura 17ª - 7ª Commissione permanente - Resoconto sommario n. 26 del 05/09/2013

ISTRUZIONE PUBBLICA, BENI CULTURALI (7ª)

GIOVEDÌ 5 SETTEMBRE 2013
26ª Seduta

Presidenza del Presidente

Interviene il sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali e per il turismo Ilaria Carla Anna Borletti Dell'Acqua.

La seduta inizia alle ore 8,35.

IN SEDE REFERENTE
(1014) Conversione in legge del decreto-legge 8 agosto 2013, n. 91, recante disposizioni urgenti per la tutela, la valorizzazione e il rilancio dei beni e delle attività culturali e del turismo
(Seguito dell'esame e rinvio)
(...)

La senatrice BIGNAMI (M5S) ritiene che le nuove figure apicali introdotte dal decreto, come il Direttore generale di progetto (DGP) di Pompei e il Commissario straordinario delle Fondazioni lirico-sinfoniche, non debbano comportare ulteriori oneri a carico dello Stato, tanto più che le strutture di supporto di cui si avvalgono sono composte da personale statale. Raccomanda altresì che essi riferiscano periodicamente al Parlamento sull'attività svolta.

Esprime altresì apprezzamento per l'articolo 6, che destina nuovi spazi ai giovani artisti contemporanei, evidenziando al riguardo la possibilità di utilizzare caserme dismesse e nuove scuole militari.
Con riguardo alla previsione di appalti di opere pubbliche, sottolinea l'esigenza di prevedere sempre una penale in caso di inosservanza delle clausole contrattuali onde evitare il consueto allungamento dei tempi di esecuzione.
Passando all'articolo 2, sulla destinazione di 500 giovani ad un programma di digitalizzazione del patrimonio culturale, osserva che mancano criteri per la ripartizione dei medesimi fra i numerosi istituti culturali disseminati sul territorio nazionale, rispetto ai quali sarebbe preferibile un intervento di concentrazione, al fine di non disperdere le già scarse risorse.
Quanto infine all'articolo 7 sul tax credit nel settore musicale, rileva che l'intento di favorire i giovani artisti per le opere prime e seconde è facilmente eludibile. Invita perciò ad un'attenta riflessione su questo punto.