mercoledì 19 novembre 2014

IMMIGRAZIONE. BIGNAMI (Movimento X) presentata interrogazione bipartisan per disciplinare la figura e l'attività del mediatore culturale

ANSA) - ROMA, 19 NOV - "Abbandonare una visione emergenziale del fenomeno dell'immigrazione, prevedendo un inquadramento normativo della figura del mediatore culturale, stabilendo dei criteri omogenei di formazione e impiego su tutto il territorio nazionale". E' quanto si chiede in un'interrogazione parlamentare bipartisan ai ministri dell'interno, del lavoro e delle politiche sociali e del MIUR, depositata in Senato dalla senatrice Laura Bignami (Movimento X) e sottoscritta dai senatori De Petris, Finocchiaro, Mussini, Mineo, Pepe, Maurizio Romani, Mastrangeli e Orellana. "In Italia al momento manca un quadro normativo omogeneo che disciplini la figura dei mediatori culturali, riconosca loro tutele contrattuali e definisca in modo univoco il percorso di formazione. Sinora - spiegano - le regioni per ovviare alla mancanza di riferimenti normativi nazionali hanno avuto la necessità di procedere in maniera autonoma. La mediazione culturale deve essere garantita da ogni centro di accoglienza per i richiedenti asilo, anche se manca una definizione chiara e univoca delle attività che essa comporta". "In generale - aggiungono - i mediatori culturali favoriscono l'accesso degli immigrati ai servizi socio-sanitari e assistenziali, si occupano dell'inserimento scolastico e agevolano altre opportunità di tipo educativo-formativo". "Il governo, pertanto - chiedono i senatori - dovrebbe definire in modo chiaro l'attività di mediazione culturale e individuare degli obiettivi specifici che i mediatori culturali devono raggiungere in relazione all'integrazione degli immigrati nel nostro Paese".(ANSA). BSA-COM 19-NOV-14 13:20 NNNN
Pubblichiamo di seguito il testo dell'interrogazione presentata:

Interrogazione a risposta scritta
BIGNAMI, DE PETRIS, FINOCCHIARO, MUSSINI, MINEO, PEPE, MAURIZIO ROMANI, MASTRANGELI e ORELLANA  ai ministri dell'interno e del lavoro e delle politiche sociali e dell'istruzione, dell'università e della ricerca
Premesso che:

i servizi di mediazione linguistica e culturale si stanno diffondendo su tutto il territorio nazionale a causa dell'intensificarsi dei flussi migratori;
i mediatori culturali sono fondamentali per favorire l'accesso degli immigrati ai servizi socio-sanitari e assistenziali, per l'inserimento scolastico e l'accesso alle altre opportunità di tipo educativo-formativo;
i mediatori culturali al momento non hanno un albo, non sono inseriti in un contratto collettivo nazionale e lavorano con contratti per lo più a tempo determinato o come lavoratori autonomi;
la definizione, il ruolo e l’utilità del mediatore sono presenti nei testi di legge che regolano la materia dell’immigrazione, in particolare nella sezione che tratta i processi di integrazione (legge 6 marzo 1998 n. 40 e decreto legislativo numero 286 del 25 luglio 1998 “Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione”; Dpr numero 394 del 31 agosto 1999 “Regolamento recante norme di attuazione del testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero”), in altre norme (per esempio nell’ambito del sistema sanitario la legge numero 7 del 2006, art. 7) e in alcune circolari
di dicasteri (per esempio, nell’ambito dell’istruzione le circolari ministeriali numero 205 del 26 luglio 1990 “La scuola dell’obbligo e gli alunni stranieri. L’educazione interculturale” e quella del 1marzo del 2006);
la prima regione a disciplinare la figura professionale del mediatore culturale  è stata la Toscana nel 1997, seguita da Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Piemonte, Provincia Autonoma di Bolzano e Valle d’Aosta;
le regioni, tramite un accordo sottoscritto l’8 aprile 2009, hanno stabilito dei parametri comuni attraverso la stesura del documento della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome 09/030/CR/C9 “Riconoscimento della figura professionale del Mediatore interculturale” in cui viene riconosciuta la figura del mediatore e la sua importanza nel contesto italiano. Il documento definisce linee di indirizzo comune in riferimento a: aree di attività, competenze e ruolo;
nel 2011 l'Istat ha classificato la figura del mediatore culturale come "tecnico del reinserimento e integrazione sociale";
considerato che:
il Parlamento non è riuscito ancora a stabilire forme di tutele contrattuali a favore dei mediatori culturali e a individuare criteri omogenei di formazione ed impiego;
si chiede di sapere:
 se i ministri in indirizzo siano a conoscenza di quanto esposto in premessa;
se non ritengano urgente abbandonare una visione emergenziale del fenomeno dell'immigrazione, prevedendo un inquadramento normativo della figura del mediatore culturale e dei relativi processi formativi e di impiego, validi su tutto il territorio nazionale;
se non ritengano opportuno definire in modo chiaro l'attività di mediazione culturale individuando degli obiettivi specifici che i mediatori culturali devono raggiungere per favorire l'integrazione degli immigrati.

Roma, 19 novembre 2014


Nessun commento:

Posta un commento