mercoledì 14 gennaio 2015

Intervento della sen. Laura Bignami in Senato sulla "Legge elettorale"






Pubblichiamo di seguito il testo dell'intervento:

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la senatrice Bignami. Ne ha facoltà.


BIGNAMI (Misto-MovX). Signora Presidente, colleghi, non posso sottrarmi al dovere di parlare.

Comprendo bene l'inutilità pratica del mio intervento, ma non quella politica. Sono consapevole, infatti, che i giochi sono stati già stabiliti in altri luoghi diversi da questo, a casa di altri. Qui non si gioca a dadi ma penso - purtroppo - che molti giochino a Monopoli. Temo che qualcuno abbia già posto gli occhi anche sulla scatola del Risiko e questo mi preoccupa. Dirò quello che vedo e quello che penso.

Siamo in una democrazia e ho la responsabilità di intervenire perché rappresento l'opposizione e l'opposizione deve ammonire, deve avvertire, l'opposizione non deve dare alibi alla maggioranza affinché domani non possa affermare: non mi ero accorto, non sapevo.
 
Sono qui davanti a voi per dire «no» ad una metodologia, «no» ad un obiettivo e «no» a un risultato. Ho il dovere e la responsabilità di esprimere la mia idea e di oppormi. Mi oppongo innanzitutto alle modalità con cui viene presentata questa riforma elettorale, una legge di importanza fondamentale per la nostra democrazia, che stiamo discutendo in Aula senza il mandato del relatore. Con queste modalità, siamo consapevoli che non vincerà il migliore, ma vincerà il più forte. Un'altra modalità che ritengo assolutamente errata è quella di presentare la legge elettorale ancor prima di completare il processo di riforma della Costituzione. Come si fa a modificare la legge elettorale, prevedendo la sola elezione dei membri della Camera dei deputati, senza prima aver terminato la riforma costituzionale, che va a eliminare il bicameralismo perfetto? Ordinereste voi la cucina prima di comprare l'appartamento?

Renzi, ti vedo un po' confuso nelle tempistiche, ma qui continui a peccare di presunzione. La legge elettorale doveva essere fatta un anno fa, a tuo dire. Mi sembri quello del ponte sullo Stretto: perché non lo prometti anche tu? Smettetela poi di dire che avete il 40 per cento, perché avete preso il 40 per cento di circa il 50 per cento dei votanti e, per giunta, per un'altra elezione. Questa non è informazione: questa è disinformazione. Siete davvero legittimati, anche dalla vostra coscienza? Sei davvero legittimato dalla tua serenità? Ah già, la coscienza, questa sconosciuta, che spesso si ferma davanti al metal detector all'ingresso.

Chi è colui che usa il proprio potere per avere più potere? Non certamente un democratico. Non un uomo che fa della dialettica e della democrazia la sua forza, ma un uomo che ha paura. Come pensate di produrre una legge democratica, se avete paura? Ecco cosa regna in queste stanze: non la saggezza, non il discernimento, non il dialogo, ma la paura. Non la paura, però, di tradire i propri elettori, ma la paura di perdere il vostro posto, il vostro scranno. Sono qui per dire di «no» all'obiettivo che vi guida nell'approvazione di questa legge elettorale, che è la volontà pervicace di mantenere il vostro scranno. Siete affetti da «poltronosi», che è la degenerazione della «poltronite» e non è espressione di democrazia, ma è espressione di egoismo cronico, che va oltre il semplice livello iniziale, puramente infiammatorio. Agisce per il bene comune solo chi non ha nulla da perdere e nulla da guadagnare, ma si sente appagato dal valore nobile di svolgere questa attività parlamentare, intesa come servizio. Il moto propulsivo di tutte le vostre scelte è l'egoismo, accompagnato dal personalismo e schiavo del partitismo. L'obiettivo della legge elettorale dovrebbe essere quello di dare la possibilità ai cittadini di partecipare alla vita democratica, esprimendo un voto che legittima i propri rappresentanti in Parlamento. Invece no, qui si pesa con il bilancino la situazione dei sondaggi e il parere dei markettari al servizio dei partiti, per calcolare come spartirsi la torta del potere. Chi è più prepotente se ne papperà di più.

Che senso ha sedere su questi scranni se non si è legittimati da nessuno? Nessuno di noi è qui con una legittimazione che deriva dall'espressione delle preferenze da parte degli elettori, la legittimazione pensata e studiata dai nostri padri costituenti. Qualcuno lo è solo tramite dei surrogati di primarie, secondarie e quaternarie di partito, ma non per una scelta di preferenza vera e propria. Vogliamo dare ai nostri successori la forza che deriva dal fatto di essere stati scelti dai cittadini?

Gli elettori trasferiscono a noi un valore, che oggi noi non possediamo. Oggi dobbiamo essere grati a un simbolo, e non a un cittadino. Oggi il vincolo di mandato è un falso problema. Oggi c'è il vincolo del leader, il vincolo del partito, il vincolo del movimento, il vincolo delle lobby e il vincolo di spartizione.

Quello della rappresentanza è un concetto semplice e chiaro. Che cosa vi spinge a non applicarlo? La paura di non tornare più qui non è una forma di democrazia. Qui ne va della nostra Repubblica; qui ne va del nostro futuro; qui ne va del nostro noi.

Quest'Aula deve essere vista come un utero della democrazia. Riprendetevi il Senato, senatori. Ridate valore al voto dei cittadini. Riconsegniamo loro la voglia di scegliere, la voglia di rappresentanza e di partecipazione, la voglia del voto. Ridestiamo in loro la passione per la politica. Non cadete nella trappola demoniaca del tutto, ora e subito. Ridiamo ossigeno alla nostra democrazia. Scostiamoci dagli errori commessi in passato.

Renzi, ma hai letto la sentenza della Corte costituzionale che boccia il Porcellum? Te lo ricordi? L'arbitro è lei! L'arbitro ha detto che la politica non è una partita di calcio. L'arbitro ha detto che la squadra non la fa il mister, ma la squadra in campo la scelgono i tifosi, la scelgono gli spettatori. Però l'arbitro ha detto che se vinci tre a due non puoi assegnarti altri due gol gratis.

Hai la minima idea di quale guaio istituzionale stai facendo? La Corte costituzionale ha bocciato il Porcellum in tutti e due i punti sottoposti al vaglio di costituzionalità: ovvero il premio di maggioranza, considerato abnorme, e la presentazione di "liste bloccate" perché non consentono all'elettore di esprimere una preferenza.
In particolare, i giudici della Consulta hanno motivato che il premio di maggioranza previsto nel Porcellum è foriero di una eccessiva sovra-rappresentazione, e può produrre una distorsione in quanto non impone il raggiungimento di una soglia minima di voti alla lista e non è efficace per perseguire l'obiettivo di assicurare la stabilità del governo del Paese.

La Corte costituzionale ha messo in luce i limiti della precedente legge elettorale e tu, Renzi, che fai? Stai riproducendo gli stessi errori, e in questo modo metti a nudo tutti i tuoi limiti, ma ancor più la tua ipocrisia. I saggi non sono coloro che imparano dai propri errori ma sono coloro che imparano dagli errori già commessi.

Ma voi tutti sapete, vero, qual è l'obiettivo del nostro Premier? L'obiettivo del nostro premier è quello di: "tranquillizzare e anestetizzare le masse" abituandole all'impoverimento crescente e alla mancanza di prospettive. Lo fa attuando molte delle 10 strategie ben illustrate dal sociologo Chomsky. La strategia della distrazione, che consiste nel deviare l'attenzione delle persone dai problemi importanti e dai cambiamenti decisi dalle élite politiche ed economiche. Creare problemi per poi offrire le soluzioni: come per la riforma della Pubblica amministrazione). Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, a contagocce, consecutivamente: ecco l'articolo 18. La strategia del differire: ad oggi avresti dovuto aver concluso tutte le riforme promesse.

Presentare un decisione impopolare come "dolorosa e necessaria", ottenendo l'accettazione pubblica, nel momento, per un'applicazione futura. È più facile accettare un sacrificio futuro che un sacrificio immediato. Rivolgersi alle masse come ai bambini, e questo ti viene veramente facile visto che ti rivolgi così anche a noi.

Usare l'aspetto emotivo molto più della riflessione: quale mezzo migliore se non apparire in TV ad appassionarci con i tuoi selfie? Mantenere gli individui nell'ignoranza e nella mediocrità: qui hai dei progetti a lungo termine anche con la scuola. Far credere all'individuo che soltanto lui è il colpevole della sua disgrazia, a causa della sua insufficienza di intelligenza, delle sue capacità e dei suoi sforzi: rapporti con i sindacati, pubblica amministrazione, evasione fiscale. Insomma, è sempre colpa degli altri.

Direi che questi non sono che piccoli esempi della scorrettezza del metodo politico e procedurale utilizzato sinora. I nostri emendamenti mirano, pertanto, a reintrodurre le preferenze, che sono espressione di democrazia e strumento di legittimazione.

Abbiamo previsto inoltre l'innalzamento del premio di maggioranza alla lista o alla coalizione che raggiungano il 40 per cento dei voti, però solo se partecipa il 50 per cento degli aventi diritto, per venire incontro a queste necessità, ma per facilitare il ballottaggio in caso contrario e dare più forza di coesione e scelta popolare in caso di bassa partecipazione. Non può essere considerata valida in un Paese democratico maturo una votazione alla quale partecipa metà degli aventi diritto, per giunta premiando esageratamente chi, con pochi voti di scarto, si aggiudica l'elezione. La storia, le scienze politiche ed i Paesi democratici ci insegnano numerosi metodi e strumenti di voto migliori di questo scempio che ci viene spacciato per riforma: dalla Francia ci arriva l'esempio di un valido sistema maggioritario a doppio turno e dall'Australia quello di un cosiddetto voto alternativo, sistemi troppo difficili per chi si vuole spartire le poltrone e non tornare a casa mai più.

Infine, riteniamo necessario abbassare le soglie di sbarramento, il quale incentiva l'astensionismo, perché chi vuol votare per un piccolo partito, viste le poche chance di superare le soglie fissate per legge, desiste e non vota: lo sbarramento droga il voto, perché stermina le minoranze, mentre ogni lista va salvaguardata, in quanto ha la sua rappresentatività. Questa legge cerca di tutelare le minoranze linguistiche, ma non quelle politiche. È paradossale: secondo quale presupposto una minoranza linguistica non può essere considerata alla stessa stregua di una minoranza politica? Il PD parla la lingua di Renzi, ma non quella di molti altri in questa sala. Dov'è finito il motto di Voltaire: disapprovo quello che dite, ma difenderò fino alla morte il vostro diritto di dirlo? Nello scarico di qualche dorata toilette, probabilmente, o sepolto, credo, insieme alle buone intenzioni di cui è lastricata la strada della vostra ridicola messinscena politica ed elettorale, che ci propinate da un paio d'anni.

Termino con un pensiero a Charlie Hebdo e a tutte le vostre belle messinscene di questi giorni, in cui siete stati in prima fila a camminare, insieme a tutti i potenti del mondo, sul diritto e sulla libertà di esprimere il proprio pensiero: con quale coraggio oggi, domani - o quando sarà - voterete questa legge elettorale, che tapperà la bocca a milioni di italiani? Anzi, con quale paura? (Applausi dal Gruppo Misto-MovX e dei senatori De Pin, Candiani e Di Maggio).

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