Momenti di soddisfazione e rammarico in Aula sul tema del prepensionamento per i genitori di soggetti con gravi disabilità. Tema in egual misura di prioritaria importanza in contingenze di difficoltà o di benessere collettivi. La solidarietà rappresenta l'architrave su cui deve poggiare una democrazia sana, evoluta e funzionale alla crescita comune. I diritti umani, con maggiore urgenza per famiglie e individui svantaggiati, reclamano un massimo livello di attenzione, che l'Europa, peraltro, ha già delineato. Nessuna crisi può affievolire i diritti di chi tra coloro che, più di altri, ne conoscono il significato.
Dall'emozione per l'unanimità sull'ordine del giorno al decreto pensioni, indice di una sensibilità condivisa sull'argomento, all'amarezza per i mancati emendamenti. Cresce il pathos, mentre, una dopo l'altra, tutte le formazioni politiche propongono di aggiungere la propria firma sull'odg. Splendida dichiarazione d'intenti che scivola sul passo successivo, quello più grande, quando il governo, esprimendo parere contrario, ribalta i numeri sui due emendamenti proposti, bloccati per sette e undici voti. La maggioranza perde l'opportunità per dimostrare coraggio su una materia che lo esigeva. Manca la ciliegina sulla torta o, forse, l'intera torta sotto la ciliegina.
Non passa per soli sette voti (120 contrari e 113 favorevoli) uno degli emendamenti a prima firma Laura Bignami (Movimento X) sul prepensionamento per i genitori di disabili gravissimi, presentato in Senato al "ddl pensioni".
Lo riferisce in una nota la stessa parlamentare ricordando che i suoi ordini del giorno, sullo stesso tema, hanno raccolto il consenso unanime dell'Aula.
"Avrei voluto non solo un impegno da parte del Governo ma la certezza dell' immediata soluzione di una problematica che coinvolge tante famiglie che stanno aspettando risposte concrete dal Parlamento.
Parliamo tanto di Europa, - afferma la senatrice nel corso del suo intervento nell'Aula di Palazzo Madama - ma la discriminazione che vivono queste famiglie è una delle cose che ci distinguono dall'Europa.
Non abbiamo infatti ancora riconosciuto la fatica dei tanti genitori, che devono accudire anche per 20 o 30 anni - non parlo di un anno o due o della rottura di una gamba - un figlio disabile sulla carrozzina, che va vestito, allettato e a volte anche nutrito.
Queste famiglie vengono impegnate in una grandissima quantità di lavoro e quindi credo che dopo 30 anni di lavoro questi genitori possano avere diritto a una pensione, perché quello a cui sono chiamati è un impegno logorante, anche dal punto di vista fisico."
"Raramente - commenta a caldo la senatrice - ho visto un' Aula unanime nelle votazioni, così come lo è stata oggi votando i due ordini del giorno che avevo presentato per impegnare il Governo ad adottare misure utili a consentire ai genitori che assistono figli gravemente disabili di andare in pensione con 30 anni di contributi.
Mi sarei aspettata, poi, un' ulteriore prova di coraggio con l'approvazione degli emendamenti che avevo presentato su questa tematica, nonostante la relatrice D'Adda avesse espresso parere contrario su entrambi.
L'approvazione degli emendamenti avrebbe posto la questione in termini maggiormente coercitivi.
Ma la mia battaglia non si esaurisce qui, ho infatti già presentato in Senato un disegno di legge che difende i diritti delle famiglie in cui ci sono disabili gravi.
Tale provvedimento non prevede oneri per lo Stato, in quanto nel settore pubblico consentirebbe di ridurre i costi per le sostituzioni di chi è costretto ad assentarsi ripetutamente per accudire i propri figli disabili. Verrebbero inoltre a diminuire i ricoveri negli istituti ed i finanziamenti che lo Stato fornisce per tali finalità.
Mi auguro - conclude Bignami - che oggi in Senato sia stata intrapresa la strada giusta per vincere una battaglia di civiltà."
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Per approfondire l'iter nell'Assemblea del Senato degli emendamenti e degli ordini del giorno della sen. Bignami, potete leggere il resoconto stenografico della seduta di oggi 15.07.2015, cliccando
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