giovedì 3 dicembre 2015

Intervento in Aula della senatrice Bignami sulla Giornata internazionale della disabilità


Resoconto stenografico 3 dicembre 2015

BIGNAMI (Misto-MovX). Domando di parlare.



PRESIDENTE. Ne ha facoltà.



BIGNAMI (Misto-MovX). Signora Presidente, il 3 dicembre 1981 viene istituita la Giornata mondiale della disabilità dalle Nazioni Unite. Il 3 dicembre 1993 è stata istituita la Giornata europea delle persone con disabilità. In Italia, oggi non quarant'anni fa, il 70 per cento dei genitori di disabili si arrangiano senza un vero sostegno familiare. Il 75 per cento degli aventi diritto, ossia persone con disabilità, non lavora e il 70 per cento di quelli che lavorano (quindi i rimanenti) non ha contratti in regola, ma paghette e delle mancette per la gran parte.

Senza pensare alle interrogazioni alle quali non ho mai avuto risposta (e qui ho la certezza del cento per cento). Chi è responsabile dell'esclusione di Francesca dalla gita scolastica? Quanti ragazzi hanno subito questo? Non lo so. Chi è responsabile dei due anni di scuola persi da Anna perché il personale scolastico non è abilitato e si rifiuta a somministrare il farmaco antiepilettico alla bambina, obbligandola a rimanere a casa? Quanti ragazzi sono in questa condizione? Io l'ho chiesto, ma non lo so. Quante sono le ore di sostegno assegnate a fronte di quelle richieste? Non siamo noi genitori a richiederlo, ma i neuropsichiatri. E anche questo non lo so.

Queste interrogazioni non hanno una valenza ad personam, ma servono per inquadrare in modo più ampio il fenomeno: ad esempio, capire quanti ragazzi disabili vivono in una condizione di disagio nelle scuole italiane. Ci sono video di centri con disabili adulti legati alle spalliere e alimentati con minacce e con la forza. Ma di che cosa stiamo parlando? Bimbi nudi in stanze, abbandonati a sé. Questa è inclusione? I forti usano i centri per spartirsi il denaro e lasciano i disabili in balìa di loro stessi.

Smettiamo in Italia di fare queste giornate dell'ipocrisia, ma facciamo sì che ogni volta che si lavora, non si lavori secondo la mentalità dell'assistenzialismo, del guadagno e del ricavo, ma nell'ottica della riabilitazione, dell'inclusione fisica e mentale, con riconoscimento delle singole abilità, forti del fatto che nessuno dì noi è uguale ad un altro e che da vicino nessuno è davvero normale.

La nostra Costituzione, madre di tutti, all'articolo 3 ci impone di rimuovere gli ostacoli; rimuoverli non far finta di non vederli. Nella legge di stabilità mi avete bocciate le proposte che prevedevano fondi indispensabili alle Province, alle Città metropolitane per gli educatori e i trasporti per i ragazzi delle scuole superiori, che da gennaio saranno a casa.

Questa è la vera disabilità che vedo: la vostra! La vostra cecità di non vedere i problemi; la vostra sordità nel non ascoltare il prossimo; il mutismo con cui rispondete alle domande; il ritardo con cui risolvete i problemi che voi avete creato.

Questo è quello che avrei voluto dire anche questa mattina a Montecitorio, dove durante una cerimonia istituzionale molto bella si è esaltata la buona scuola.

Parlando per esperienza personale, mi sento di contraddire il sottosegretario Faraone, che oggi ha affermato che gli insegnanti di sostegno sono eroi per scelta. Faccio solo un esempio: l'educatore di mio figlio ha non so quanti lauree e master, ma non ha nessuna formazione né esperienza sui disabili. Domenica, a Milano, una madre in pianto mi ha detto che ha una maestra di sostegno con cinquant'anni di età, che ha sempre insegnato inglese e non ha mai fatto un'ora di sostegno; ebbene, nonostante questo, le hanno assegnato un caso di ritardo mentale.

Allora questi non sono eroi, caro il mio Faraone. Questi sono eroi del lavoro: non sia il sostegno il tuo collocamento!

Questa è la realtà del sostegno scolastico in Italia, non quella tanto esaltata.

Oggi è il 3 dicembre e ieri, non a caso, si è consumato un tragico episodio di violenza in un centro per disabili della California. Oltre ad esprimere il cordoglio alle famiglie e agli amici delle vittime, chiedo a voi di andare oltre all'ipocrisia che vi contraddistingue, di prendere le vostre responsabilità e di aiutarmi ad aiutare gli ultimi. Perché comportandovi così non fate stragi come quelle di ieri, ma uccidete lentamente. Uccidete i sogni dei nostri ragazzi, la dignità degli ultimi e la speranza in un futuro migliore.

Ricordo a Renzi che non votano solo i diciottenni, ma anche i disabili, le loro famiglie, i genitori e tutti coloro che stanno loro intorno. (Applausi dei senatori Candiani e Fattori).

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