lunedì 7 dicembre 2015

Sen Bignami. Movimento X - Risposta del MIUR interpellanza 2-00313 sulla assegnazione sostegno in tutta Italia, per regione e provincia.


Dossier tabelle e dati a questo link.

PRESIDENTE. Seguono l'interpellanza 2-00313, con procedimento abbreviato, ai sensi dell'articolo 156-bis del Regolamento, e l'interrogazione 3-02410, sulla garanzia della continuità didattica agli alunni e agli studenti disabili.



Ha facoltà di parlare la senatrice Bignami per illustrare interpellanza.
BIGNAMI (Misto-MovX). Signor Presidente, gentile Sottosegretario, pochi senatori presenti (ma buoni, come dice la collega), il 10 settembre, in anticipo rispetto all'inizio dell'anno scolastico in corso, ho presentato un'interrogazione a risposta orale in Commissione, che successivamente, data la rilevanza del tema, ho trasformato in interpellanza a procedimento abbreviato, con il sostegno di colleghi appartenenti a diversi Gruppi politici. La trasversalità è da sottolineare in questo contesto, e voglio spendere qualche secondo per citare tutti coloro che hanno fatto questa domanda insieme a me: Bignami, Mussini, Orellana, Romani Maurizio, Vacciano, De Petris, De Pietro, Bencini, Simeoni, Petraglia, Arrigoni, Barozzino, Bellot, Bertacco, Bisinella, Campanella, Carraro, Casaletto, Cervellini, De Cristofaro, Di Maggio, Fucksia, Gambaro, Girotto, Idem, Mineo, Minzolini, Munerato, Pepe, Razzi, Ricchiuti, Ruta, Scavone, Tocci, Uras, Battista, Bocchino e Pelino. Questo perché è importante capire che sono domande alle quali tutti vogliono dare una risposta.
Il tema è la mancata
assegnazione degli insegnanti di sostegno agli studenti disabili dal primo giorno di scuola. Infatti, quest'anno scolastico, così come temevo, si è aperto con molte cattedre per il sostegno scoperte, con evidenti disagi per bambini e ragazzi, ma anche per i genitori, costretti ad assentarsi dal lavoro per prestare assistenza ai propri figli. È una vicenda che si ripete non dall'anno scorso ma da anni, personalmente posso dire da quattordici anni.

Nonostante le iscrizioni per il nuovo anno scolastico vengano effettuate entro il mese di gennaio - quindi, da gennaio sapete bene tutti i numeri - ogni anno a settembre il MIUR si fa trovare sguarnito di insegnanti di sostegno. Ancora una volta è stato leso il diritto all'istruzione degli studenti disabili, affermato dalla Costituzione, ed è stato disatteso quanto disposto dalla Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità, ratificata dal Parlamento italiano con la legge n. 18 del 2009.
Al problema della mancata assegnazione degli insegnanti di sostegno dal primo giorno di scuola se ne somma un altro altrettanto grave, ovvero quello del trasferimento degli insegnanti di sostegno durante l'anno scolastico in corso, o da un anno scolastico all'altro, a causa di nomine avvenute successivamente, e certamente per i professori e maestri stessi più appetibili perché retribuiti non fino a giugno, ma fino a fine agosto. Quindi, sono le nostre vostre leggi che creano queste migrazioni tra il mese di novembre e il mese di gennaio dell'anno successivo; se li pagassimo tutti allo stesso modo, uno potrebbe scegliere se abbandonare o meno il ragazzino con cui ha già instaurato una relazione e un rapporto. E invece no; noi gli diciamo: ti mando più vicino, ti pago due mesi in più: è chiaro che non c'è nessuno che rimane col ragazzino e che sceglie ciò che è più svantaggioso per sé. Mi pare che la cosa sia evidente. Ciò non è privo di conseguenze per quei bambini e ragazzi più fragili che vivono il disagio di doversi adeguare ogni volta ad un metodo educativo differente, perché ogni maestro introduce un approccio e una metodologia di comunicazione e, nel momento in cui ne arriva un altro, si interrompe in primis tutto il lavoro che è stato fatto prima, e in più c'è da introdurre il lavoro di un'altra persona. Peccato che il soggetto è sempre lo stesso ed è il più fragile. Quest'ultimo, si deve adeguare ogni volta ad un metodo educativo differente e non in moltissimi casi può contare su insegnanti di sostegno specializzati. La gran parte di quelli che ci sono, infatti, non è neanche specializzata, non ha neanche l'esperienza.
Ho presente un caso di un ragazzo che ha cambiato in un anno tredici insegnanti di sostegno. Mi chiedo: ma è possibile che questo ragazzo abbia avuto tredici insegnanti di sostegno? Per lo Stato non è stato un risparmio, non lo è stato per nessuno; è uno Stato che genera sofferenza.
Non parliamo poi del maestro di sostegno con il dono dell'ubiquità (e non dell'obliquità come disse un mio collega sorridendo), che deve essere un minuto in un istituto e il successivo in un altro, magari con due ragazzi disabili gravi.
Essendo da anni a conoscenza di queste problematiche, ho presentato un emendamento al disegno di legge buona scuola, che è stato approvato alla Camera dei deputati, che introduce il principio della continuità didattica. Il Governo, avendo accolto questo emendamento, dovrà ora inserire il principio della continuità didattica - lo spero tantissimo - nel provvedimento sul sostegno che si appresta a varare.
Mi preme sottolineare che l'interpellanza che stiamo discutendo non è un atto isolato, ma fa seguito ad altre interrogazioni che ho già presentato al Ministro dell'istruzione e alle quali ho ricevuto soltanto risposte evasive e parziali.
Sto chiedendo numeri non perché, come fisico, io giochi con i numeri, ma perché i numeri parlano se sono significativi. Le domande che ho posto sono precise; è dallo scorso anno che chiedo che vengano resi pubblici i dati relativi alle ore di sostegno richieste e a quelle effettivamente concesse, divisi per scuola, per Provincia e per Regione. Questi numeri mi danno la possibilità di calcolare l'efficienza regionale e provinciale e anche il livello di studio (elementari, medie o superiori, perché sono tre ambiti differenti e gestiti in maniera diversa). Questo posso farlo solo se mi fornite i famosi numeri che sto chiedendo da un anno e mezzo.
Lo scorso anno, ad una analoga interrogazione orale presentata in Commissione istruzione del Senato ricevetti una risposta molto evasiva dal sottosegretario Toccafondi, che fornì il numero complessivo degli alunni con disabilità e quello dei posti di sostegno coperti con personale di ruolo. Non mi è stata, però, indicata la percentuale delle ore coperte rispetto al totale necessario richiesto e che spetta di diritto agli alunni disabili, né quali siano le Regioni e le Province con minore efficienza. Se non dispongo perfettamente dei dati relativi a quanto è stato chiesto e quanto è stato dato, non posso calcolare l'efficienza. È una cosa molto semplice: se mi dici quanti maestri di sostegno paghi non mi stai rispondendo, perché io chiedo un'altra cosa e alle domande precise si danno risposte precise.
Oggi speriamo di avere una risposta efficiente e, per dimostrare la mia buona fede nei confronti della vostra disponibilità, ancora una volta vi elenco alcuni dei problemi e le possibili soluzioni, certa che leggerete il disegno di legge n. 1848, a mia prima firma, che in maniera molto semplice e con pochissimi costi potrebbe finalmente risolvere la maggior parte dei problemi: un maestro dal primo giorno di scuola e sempre lo stesso per tutto l'anno e per tutte le ore previste dal neuropsichiatra. Infatti, le ore non le decidono i genitori, ma un esperto neuropsichiatra, che ha studiato per questo. Si tratta, quindi, di eseguire lo stesso procedimento di selezione, esattamente come si fa adesso, anticipandolo di tre mesi. È semplicissimo: a gennaio ho i dati e, invece di fare quello che state facendo adesso, lo fate a metà agosto e a settembre, al primo giorno di scuola, tutti hanno il loro maestro.
Inoltre si dovrebbe eliminare la possibilità di svolgere il ruolo di insegnante di sostegno per chi non ha né la formazione specifica né l'esperienza. Si eviterebbe di avere professoresse di inglese che hanno cinquant'anni, che hanno sempre insegnato inglese e che non hanno mai fatto un'ora di sostegno e non hanno idea di cosa sia un ritardo mentale o un disturbo del comportamento; o maestri con quattro master e cinque lauree che non hanno idea come si possa fare un cambio. Ripeto questo concetto perché è fondamentale: il sostegno non è un collocamento, ma è di più del maestro, è di più del professore. Non è un tutor e spero che non lo sarà.
In attesa della formazione (ribadisco: formiamo le persone e seguiamo l'iter formativo), si possono utilizzare gli educatori che sono già pagati un terzo rispetto ai docenti. Queste persone, infatti, che lavorano continuamente e sono sotto pagate, sono molto più formate e si occupano dei ragazzi da sempre. Anche la figura dell'educatore professionale verrà poi riconosciuta nella scuola. Infatti, abbiamo queste figure che entrano nelle scuole alle quali non si dà un centesimo, altrimenti, riconoscendoli, bisognerebbe pagarli.
Bisogna formare il sostegno in base alle diverse disabilità. Insegnare ad un ragazzo autistico, ad uno ipovedente, ad un ragazzo affetto da sindrome di Down o ad un ragazzo con un ritardo mentale marca la stessa distanza che insegnare greco antico e igiene. Però greco antico non lo facciamo insegnare da chi insegna igiene nè viceversa, mentre qui volentieri non introduciamo distinzioni.
Concludo ricordando che oggi è il 3 dicembre. Il 3 dicembre del 1981 fu istituita dalle Nazioni Unite la Giornata internazionale delle persone con disabilità e il 3 dicembre 1993 è stata istituita dalla Commissione europea, in accordo con l'ONU, la Giornata europea delle persone con disabilità, ben venga quindi che il 3 dicembre si dia risposta a queste mie domande.
In Italia oggi - e non quarant'anni fa - il 70 per cento dei genitori dei disabili a scuola si arrangiano come possono, senza un vero aiuto o sostegno familiare. Ci si aiuta tra associazioni. Il 75 per cento delle persone con disabilità aventi diritti al lavoro, quindi che potrebbero lavorare, non lavorano e il 70 per cento di coloro che lavorano, i rimanenti, non ha contratti in regola o ha "contrattini", che vanificano lo scopo centrale di tutto il nostro impegno, che è la dignit à esistenziale. Queste percentuali sono le evidenti conseguenze di una scuola che non funziona, che non è inclusiva e che deve cambiare nella sostanza partendo dalla cultura.
Adesso, prima di terminare ripeto la domanda: si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno rendere pubblici i dati relativi alle ore di sostegno richieste e a quelle concesse agli studenti e agli alunni disabili nelle scuole italiane di ogni ordine e grado, suddividendo i dati per Regione e Provincia.
PRESIDENTE. Il rappresentante del Governo ha facoltà di rispondere all'interpellanza testé svolta e all'interrogazione.
D'ONGHIAsottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Signor Presidente, innanzitutto è necessario evidenziare come l'anno scolastico 2015-2016, per il combinato disposto dell'articolo 15, comma 2, del decreto-legge n. 104 del 2013, che stabilisce il ripristino della dotazione organica del personale di sostegno nella misura prevista nell'anno scolastico 2006-2007, e della legge n. 107 del 2015, che ha introdotto l'organico funzionale anche per il sostegno, registra un aumento complessivo della dotazione organica di diritto di 8.895 posti di sostegno, previsti dal citato decreto-legge n. 104 del 2013, più 6.446 posti, previsti dalla legge n. 107 del 2015. In totale, dunque, per quest'anno scolastico, si hanno 15.341 posti in più in organico di diritto. A questi si aggiungono i posti in deroga che ciascun ufficio scolastico regionale, secondo le effettive esigenze, ha autorizzato ai sensi dell'articolo 1, comma 605, lettera b), della legge n. 296 del 2006.
Alla luce dei succitati dati e considerato che il numero degli alunni disabili, secondo i dati aggiornati alla fine del mese di settembre, è cresciuto rispetto allo scorso anno di 1.965 unità, l'incremento complessivo di posti di sostegno risulta assolutamente rilevante. Ad ogni modo, al fine di migliorare sempre più l'integrazione di questi studenti, si evidenzia che la legge n. 107 del 2015, ha previsto, al comma 181, un principio di delega che ha come obiettivo primario la promozione dell'inclusione scolastica degli studenti con disabilità e la garanzia della continuità didattica. Tale obiettivo è da perseguire attraverso la revisione dei criteri di inserimento nei ruoli per il sostegno didattico al fine di garantire la continuità del diritto allo studio degli alunni con disabilità, in modo da rendere possibile allo studente di fruire dello stesso insegnante di sostegno per l'intero ordine o grado di istruzione, nonché attraverso la revisione delle modalità e dei criteri relativi alla certificazione, che deve essere volta ad individuare le abilità residue al fine di poterle sviluppare attraverso percorsi individuati di concerto con tutti gli specialisti di strutture pubbliche, private o convenzionate che seguono gli alunni riconosciuti disabili.
In merito, poi, allo specifico quesito posto dall'onorevole interrogante, che chiede di sapere i dati relativi alle ore di sostegno richieste e quelle concesse agli studenti e agli alunni disabili nelle scuole italiane di ogni ordine e grado, suddividendo i dati per Regione e Provincia, si precisa quanto segue. Innanzitutto si sottolinea che le ore di sostegno per ciascun alunno titolare di una diagnosi funzionale sono determinate dal gruppo di lavoro per la disabilità di ciascuna scuola sulla base della medesima diagnosi. La proposta viene quindi inoltrata al gruppo di lavoro provinciale, che stabilisce nel complesso le ore spettanti a ciascuna istituzione scolastica. Questo iter procedurale determina l'organico di diritto delle singole scuole.
Le diagnosi effettuate dopo il termine delle iscrizioni (dal mese di marzo in avanti) vengono ricondotte, tramite il percorso sopra descritto, ad una dotazione oraria aggiuntiva per le singole istituzioni scolastiche che determina il cosiddetto organico di fatto.
Va rilevato altresì che, in virtù della nota sentenza della Corte costituzionale n. 80 del 2010, nel definire queste ulteriori ore, i direttori generali degli uffici scolastici regionali possono agire anche al di fuori dei limiti stabiliti annualmente per il contenimento delle dotazioni organiche del personale docente, decretando le cosiddette deroghe, ai sensi dell'articolo 35, comma 7, della legge n. 289 del 2002 e dell'articolo 1, comma 605, lettera b), della legge n. 296 del 2006.
A questo punto si rende necessario precisare che, sulla base di quanto rilevato dal sistema informatizzato del MIUR, il Ministero determina, tenuto conto delle ore richieste dalle scuole e convalidate dagli uffici scolatici provinciali, i posti rapportandoli a venticinque ore per l'infanzia, ventiquattro ore per la primaria, diciotto ore per la secondaria. Pertanto, il MIUR dispone unicamente della somma dei posti, che, rimoltiplicati per l'orario di servizio dei docenti dei vari ordini di scuola, dà il totale delle ore. Non si può rilevare centralmente l'orario effettivo di sostegno assegnato ad ogni singolo studente e alunno.
Va tuttavia ricordato che l'organico dei posti di sostegno è determinato nel limite previsto dall'articolo 2, commi 413 e 414, secondo periodo, della legge n. 244 del 2007 e successive modificazioni e dall'articolo 15, comma 2-bis, del decreto-legge n. 104 del 2013, ferma restando, come sopra detto, la possibilità di istituire posti in deroga. Tale previsione normativa è stata ribadita dall'articolo 1, comma 75, della legge n. 107 del 2015. Il combinato disposto delle norme citate prevede il rapporto di un docente di sostegno ogni due alunni disabili.
Concludendo, quindi, ai sensi della predetta sentenza della Corte costituzionale, gli uffici scolastici regionali costituiscono posti in deroga di docenti di sostegno a copertura integrale delle ore richieste dai gruppi di lavoro per la disabilità.
Si depositano per completezza di informazioni, i dati a disposizione di questo Ministero sul numero degli alunni e delle classi/posti in organico di fatto per l'anno scolastico 2015/2016. Mi riferisco a una serie di tabelle relative alla scuola dell'infanzia, alla scuola primaria, alla scuola secondaria di primo grado, alla scuola secondaria di secondo grado e ad una tabella riassuntiva di tutti i gradi di scuola. Come potrà notare la senatrice, i dati riportati nelle tabelle sono divisi per Regione. Sicuramente, come si potrà evincere, pensiamo che la continuità e la qualità, come formazione ed esperienza, sono importantissimi; siamo consapevoli della loro grande importanza e lavoreremo in questo senso, con l'aiuto del Parlamento, per quella che lei, senatrice, ha chiamato la dignità, secondo noi, del Paese.
BIGNAMI (Misto-MovX). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
BIGNAMI (Misto-MovX). Signor Sottosegretario, la ringrazio per la risposta e analizzerò i dati da lei messi a disposizione, però all'impronta, se non ho compreso male, lei sostiene vi sia, in media, un docente di sostegno ogni due ragazzi. Quindi, se un docente ha una cattedra di diciotto ore, lei in maniera implicita mi dice che ogni ragazzo disabile ha nove ore di copertura. Quindi, rispetto alle diciotto ore per le secondarie, alle ventiquattro ore per le primarie e alle venticinque ore per le elementari direi che siamo molto lontani e stiamo affermando quello che sospettavo. Pertanto, in questo senso, rimango soddisfatta (ironicamente!!).

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